Rosanna Conte, Aldo Patriciello, Valentino Grant, Gianna Gancia, Massimo Casanova, Mara Bizzotto, Annalisa Tardino, Marco Campomenosi, Alessandra Basso, Elena Lizzi, Simona Baldassarre, Marco Dreosto, Gianantonio Da Re, Raffaele Stancanelli, Nicola Procaccini, Luisa Regimenti, Carlo Fidanza, Paolo Borchia, Pietro Fiocchi, Francesca Donato, Matteo Adinolfi, Raffaele Fitto, Alessandro Panza, Andrea Caroppo, Giuseppe Milazzo, Isabella Tovaglieri, Stefania Zambelli, Antonio Tajani Tra i dossier che la Commissione intende ritirare nei prossimi sei mesi figura il piano pluriennale per i piccoli pelagici del Mar Adriatico, in cui il Parlamento ha fornito una soluzione equilibrata per combinare la sostenibilità economica, sociale e biologica. In diverse occasioni, sono state espresse preoccupazioni sul ritiro di tale proposta e, soprattutto, sull’uso sempre più ricorrente della CGPM per prendere decisioni importanti, come le recenti raccomandazioni sui mari Mediterraneo e Adriatico. È preoccupazione generale che la Commissione stia cercando di non coinvolgere il Parlamento in importanti regolamenti aventi un reale impatto socioeconomico sul settore della pesca e sui quali sembra più difficile raggiungere un accordo. Un approccio simile è stato riscontrato nella fissazione di TAC e quote 2020 per Atlantico e Mare del Nord, dove sono state introdotte anche misure tecniche. Il ritiro del piano pluriennale Adri confermerebbe questa tendenza e rischierebbe di ridurre il potere di colegislatore del Parlamento, aumentando così il divario democratico tra l’UE e i suoi cittadini. Ciò premesso, può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti: 1 Intende essa fornire spiegazioni in merito agli ultimi accadimenti sull’Adriatico e chiarire se presenterà una nuova proposta di piano pluriennale? 2 Può essa specificare come intende agire per evitare futuri tentativi di delegittimazione del Parlamento? |
Leave a Reply